ADHD: malattia o deficit di Natura?
E’ dall’inizio del secolo scorso che viene descritta l’instabilità
motoria del bambino, soprattutto da autori anglosassoni. Sono state
utilizzate diverse terminologie in funzione delle descrizioni e delle
ipotesi eziologiche (ipercinesia, instabilità psicomotoria, disfunzione
cerebrale minore…). La definizione attuale proposta dal DSM IV
(Diagnostic and statistic Manual, 4° edizione) raggruppa l’intera
sintomatologia sotto il termine di “Disturbi da deficit di attenzione/iperattività”
(ADHD), cioè ”un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e
dell’adolescente, caratterizzato da inattenzione e
impulsività/iperattività”.
Nello specifico, si distinguono tre forme cliniche: inattentiva, iperattiva e combinata.
Il disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività (ADHD) è definito come impulsività non consona all’età, scarsa concentrazione e iperattività fisica. Tale disturbo è associato a difficoltà di apprendimento e incapacità di socializzare.
E’ presente compromissione dell’attenzione focale (capacità di prestare attenzione a uno stimolo determinato, trascurando i particolari irrilevanti e non utili al compito in corso) e dell’attenzione sostenuta, cioè la capacità di mantenere l’attenzione attiva nel tempo durante lo svolgimento di attività scolastiche, nei compiti a casa, nel gioco o in semplici attività quotidiane. Rispondono senza riflettere, non riescono quasi mai ad aspettare il proprio turno nelle attività quotidiane o nei giochi; spesso si lasciano coinvolgere in attività pericolose senza valutare adeguatamente le conseguenze.
L'amico farmaco: Ritalin
Si stima che 500.000 nel 1985 , 11 milioni di oggi, questi sono i dati americani del numero di bambini cui è stata diagnosticata l’ADHD; sembra un’epidemia? Fatta la diagnosi scatta l’utilizzo del farmaco, il metilfenidato meglio conosciuto come RITALIN, è uno stimolante del sistema nervoso centrale.Il Ritalin ha un effetto calmante, e riduce il comportamento impulsivo nei bambini affetti da ADHD.
Il meccanismo d'azione del metilfenidato, alla stregua di molte altre anfetamine, è tuttora poco conosciuto, gli effetti collaterali invece sono ben noti. In Italia nel marzo 2007 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha nuovamente immesso il RITALIN sul mercato dopo averlo tolto nel 1980 per i disastrosi effetti collaterali. Il metilfenidato è stato per molto tempo catalogato dal Ministero della Salute Italiana nella stessa tabella degli stupefacenti insieme a morfina, eroina, cocaina, LSD e oppiacei.
L’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) prende posizione e dichiara “Il comportamento correlato al suicidio e l’ostilità verso gli altri sono stati osservati in misura significativamente maggiore in bambini ed adolescenti trattati con tali psicofarmaci”.